Resto al Sud è uno strumento finanziario di Invitalia pensato per sostenere la nascita e lo sviluppo delle attività economiche ed imprenditoriali nel Sud Italia e quindi nelle aree più complesse in termini di evoluzione economica.
Nello specifico sono coinvolte Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e tutte le zone colpite dal sisma quindi centrali come Lazio, Marche, Umbria. Possono aderire al bando di Invitalia Resto al Sud tutte le persone residenti nelle Regioni citate che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 45 anni.
Resto al Sud, già presente nei precedenti progetti, ha avuto una maggiorazione rispetto al contributo ordinario con il Decreto Rilancio.
Le attività finanziabili con il progetto Resto al Sud di Invitalia sono: attività nei settori dell’artigianato, dell’industria, dell’agricoltura, pesca e acquacoltura, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo, attività professionali libere.
Per accedere è necessario essere residente nei 116 comuni che aderiscono all’iniziativa o comunque trasferire la residenza dall’estero entro 60 giorni.
Io Resto al Sud 2020 è rivolto a tutte le aziende nate a partire dal 2017 e, per i liberi professionisti, coloro che non risultino titolari di partita IVA nei 12 mesi precedenti alla presentazione della domanda. Nello specifico per le aree colpite dal sisma è possibile presentare la domanda anche senza le suddette esenzioni.
Non sono invece ammesse le attività agricole e commerciali.
Resto al Sud copre il totale delle spese con un finanziamento massimo di 50 mila euro per ogni soggetto richiedente fino ad un massimo di 200 mila euro nei casi in cui vi siano più soci. Le imprese individuali possono presentare un solo progetto con una soglia massima di 60 mila euro.
Oltre tale cifra è previsto a supporto un contributo a fondo perduto di 15mila euro per ditte individuali e attività professionali e fino ad un massimo di 40 mila euro per le società.
Il contributo viene erogato soltanto al completamento del programma di spesa. I fondi erogati sono dati dal 35% di contributo a fondo perduto di Invitalia e dal 65% di finanziamenti bancari che saranno rimborsabili in 8 anni con 2 anni di pre ammortamento (con interessi specifici).
La somma viene erogata in un’unica soluzione direttamente da Invitalia che si occupa della gestione del contributo. Qualora le risorse non siano state completamente erogate, quelle supplementari saranno destinate a saldo a seguito della verifica dei requisiti.
I fondi si possono utilizzare per interventi di ristrutturazione, manutenzione straordinaria fino ad un massimo del 30%, macchinari e attrezzature, programmi informatici e servizi tecnologici, spese per capitale circolante con un utilizzo fino al 20% della spesa, spese per materie prime, acquisizione di garanzie assicurative.
Attenzione, il progetto prevede un programma di spesa completo e ci sono beni che possono essere acquistati ed altri no. Il progetto imprenditoriale deve essere quindi completo e funzionale e tutti i dettagli devono essere molto chiari relativo all’importo.
Solo per le cooperative è necessario essere in regola con il finanziamento bancario e con gli adempimenti previsti e quindi aver completato il programma di spesa, nonché aver restituito nei tempi previsti il finanziamento ricevuto.
Tra le attività che si possono finanziare con il bando ci sono anche quelle professionali come:
Non sono ammesse le spese per leasing, per beni di proprietà, investimenti per la sostituzione di attrezzature, commesse interne, prodotti usati, spese notarili, imposte e tasse, automezzi (tranne quelli per il riciclo di produzione).
La domanda può essere presentata esclusivamente online con la piattaforma specifica di Invitalia. Per farlo è necessario registrarsi e compilare il forma apposito con modulistica ed è essenziale disporre di una firma digitale e una PEC per procedere.
Coloro che non siano in possesso dei suddetti strumenti possono chiedere aiuto ad un intermediario qualificato per la domanda. Bisogna inoltre presentare la documentazione e il business plan.
Non è prevista una scadenza per il bando Resto al sud ma le domande vengono valutate entro 60 giorni dalla presentazione della stessa.
I documenti possono anche essere firmati in modo digitale da un rappresentante o da una persona fisica che presenta effettivamente la domanda.
Tra le cose necessarie vi sono: dati dei soci, descrizione dell’attività, analisi di mercato di riferimento, strategia commerciale, aspetti tecnici e produttivi, organizzazione del progetto e dati economici.