Credito d'imposta su beni strumentali: cosa sapere?

26/12/2020

Grazie alla legge di Bilancio 2020 è stato determinato in modo più preciso tutto l'apparato concerne le agevolazioni fiscali e gli incentivi, previsti dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Questo piano, fratello delle agevolazioni per industria 4.0 di cui abbiamo già parlato, comprende un buon numero di disposizioni, tra cui una che introduce, per la prima volta, un nuovo incentivo fiscale, ovvero il credito d'imposta per investimenti in beni strumentali nuovi.

L'obiettivo del Governo, infatti, è stimolare l'acquisto di nuovi impianti e macchinari, attraverso la leva fiscale. Questa operazione è destinata a sostenere l'evoluzione tecnologica e digitale delle industrie italiane. In questo articolo andremo proprio a vedere come funziona e come poterne usufruire.

Cos'è il credito d'imposta beni strumentali?

Attraverso le nuove disposizioni, si può godere del credito d'imposta beni strumentali professionisti, utile per l'acquisizione di strumentazione per l'esercizio dell'azienda. I termini nel quale effettuare l'acquisizione vanno dal 1 gennaio al 31 dicembre 2020, con una proroga massima fino al 30 giugno 2021 nel caso prima della fine del 2020 è stato pagato un acconto per l'acquisto dei beni per almeno il venti per cento e se è stato già accettato l'ordine da parte del fornitore.

Questo incentivo assumerebbe una nuova forma, rispetto alle scorse agevolazioni del super e dell'iper ammortamento, che consentiva di godere di quote di ammortamento più alte e tassi di leasing.

Chi può usufruire del credito d'imposta per beni strumentali nuovi?

Coloro che possono godere di questo nuovo incentivo sono tutte le imprese italiane e anche quelle organizzazioni stabili con soggetti non residenti. Tra i destinatari del credito d'imposta beni strumentali sono compresi anche i professionisti, infatti questo incentivo è erogabile in maniera indipendente rispetto alla forma giuridica, alla dimensione, al settore economico di provenienza e al regime fiscale.

Le uniche prerogative da rispettare riguardano la corretta attuazione dei protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e il versamento di tutti i contributi assistenziali e previdenziali al proprio personale.

La Legge di Bilancio, però, ha stabilito anche determinate situazioni in cui l'azienda non può usufruire dell'agevolazione. Ad esempio le imprese soggette a sanzioni interdittive o quelle che si trovano in stato di fallimento, liquidazione volontaria o coatta amministrativa. Anche le imprese sottoposte ad un procedimento per la dichiarazione di una delle situazione appena elencate non potranno usufruire delle agevolazioni.

Quali attrezzi sono finanziabili dal credito d'imposta beni strumentali?

Tutti i beni strumentali nuovi utili all'esercizio dell'impresa sono soggetti alle agevolazioni del nuovo Decreto Rilancio, escludendo solamente determinate eccezioni, che vi riportiamo in seguito.

Innanzitutto sono compresi negli incentivi tutti i beni funzionali all'innovazione digitale e tecnologica delle imprese, così come propugnato dal modello Industria 4.0. Oltre ai beni tangibili, sono inclusi anche quelli immateriali, sempre utili all'esercizio dell'impresa, come sistemi, software, applicazioni e piattaforme.

Le risorse che non sono incluse negli incentivi sono tutti i veicoli e i mezzi di trasporto a motore e tutti quei beni caratterizzati da coefficienti di ammortamento fiscale inferiori al 6,5 per cento.
Altri beni esclusi dal credito d'imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi sono costruzioni, fabbricati e tutte le condutture impiegate degli stabilimenti termali ed idrotermali, degli impianti di imbottigliamento di acque minerali e dalle strutture atte alla produzione e distribuzione di gas naturale. Anche tutto il materiale facente parte dell'ambito ferroviario, rotabile e tramviario è escluso.

Quale documentazione bisogna presentare per ottenere il credito d'imposta?

Le imprese che intendono godere dei benefici del credito d'imposta per beni strumentali devono necessarie effettuare una perizia tecnica semplice sulla propria attività. Questa può essere redatta sia da un perito industriale che da un ingegnere abilitato, ovviamente iscritto all'albo professionale.

È anche possibile presentare un attestato di conformità, il quale deve essere necessariamente prodotto da un ente di certificazione autorizzato. Questo documento risulta utile per testimoniare che i beni strumentali acquistati siano conformi alle disposizioni del Decreto Rilancio.

Nel caso le risorse acquisite hanno un costo totale minore a 300.000 euro, allora bisognerà solamente presentare una dichiarazione redatta da un legale che rappresenti l'azienda.

Oltre a produrre questa documentazione, l'azienda si deve impegnare a comunicare al Ministero dello sviluppo economico la conformità dell'operazione, in modo da dare tutte le informazioni utili a valutare l'apparato di agevolazioni concesso all'impresa. Il MISE, infatti, è l'organo preposto al monitoraggio degli utilizzi del credito d'imposta.

Ovviamente, quando un'azienda intende avvalersi di questa agevolazione fiscale per acquisire nuovi beni strumentali, è fondamentale mantenere e conservare tutta la documentazione che dimostra la conformità dell'operazione. Nel caso invece questa venisse perduta, si potrebbe andare in contro perfino alla revoca del beneficio del credito d'imposta beni strumentali.

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